

ITINERARI - SPAZIO E TEMPO - LA PERCEZIONE DEL TEMPO
I CICLI CIRCADIANI
Normalmente le piante seguono il ritmo dell'alternarsi del chiaro e dello scuro;
i fiori si aprono con il sorgere del sole e chiudono i petali col sopraggiungere
del buio. La stessa pianta che segue il ciclo circadiano, se viene tenuta in
condizioni di non avvertire il succedersi del dì e della notte ha un ritmo che
può anche non coincidere con quello di 24 ore che intercorrono tra due albe
successive. Se il suo ritmo interno è ad esempio di 25 ore nel giro di pochi
giorni l'aprirsi e il richiudersi del fiore risulterà sfasato rispetto al
succedersi del chiaro e del buio.
-^
LA VEGLIA E IL SONNO
Anche l'organismo umano possiede un orologio biologico. Un avvenimento ciclico
assai complesso, il cui studio nell'uomo come in molte altre specie ha permesso
di riconoscere un ritmo interno circadiano è il sonno. Nei soggetti adulti della
nostra specie i periodi di attività e di riposo si succedono regolarmente
nell'arco delle 24 ore. Per abitudine associamo il periodo di riposo con le ore
notturne e quello di veglia con le ore diurne, ma in realtà l'organismo umano è
sufficientemente flessibile da adattarsi a cicli anche diversi di luce e buio.
Se un uomo viene mantenuto per un periodo abbastanza lungo in un ambiente nel
quale non sia possibile percepire il succedersi del dì e della notte, si
verifica una «desincronizzazione» dei suoi periodi di veglia e di sonno dai
periodi di luce e buio. Per i primi giorni egli seguirà più o meno il
comportamento abituale restando sveglio nelle ore diurne e dormendo in quelle
notturne. Ma già tra il decimo e il quindicesimo giorno la sfasatura tra i suoi
ritmi interni e l'ora solare sarà tale da farlo dormire di giorno e vegliare di
notte. Il maggiore disagio, con effetti di nausea e spossatezza si verifica nei
periodi di transizione.
Alcuni medicinali, come la melatonina possono
ridurre l'effetto, ma, in ogni caso, l'organismo deve avere un tempo sufficiente
per sincronizzarsi nuovamente sull'evento esterno, l'alternanza di luce e buio.
I piccoli della nostra specie imparano dagli adulti a regolare il sonno. Il
neonato è un gran dormiglione: nelle prime settimane di vita dorme almeno 17 ore
al giorno perché il suo organismo in rapido accrescimento necessita di molte ore
di sonno, durante il quale la crescita cellulare è più attiva. Raramente però il
neonato dorme in maniera continua: preferisce dormire a più riprese, che non
coincidono con gli orari degli adulti. La durata del periodo di sonno si riduce
progressivamente durante l'infanzia, e intorno ai dieci anni si stabilizza sulle
otto ore. Durante questo spontaneo processo di riduzione delle ore di sonno il
bambino impara ad adeguare i propri ritmi a quelli dei genitori e quindi a
identificare le ore notturne con quelle destinate al riposo.
... continua a leggere ...


-^